Io sono verticale
IO SONO VERTICALE (anteprima nazionale)
Di e con Francesca Astrei
Con il sostegno di Fondazione Teatro di Roma
Sinossi
Il dolore è talmente intimo e personale che non sempre si riescono a trovare delle parole per comunicarlo al mondo esterno. Induce alla chiusura in se stessi, rendendo di volta in volta l’apertura più faticosa, ai limiti dell’insostenibile, al punto da sentirsi non più isolati nella propria sofferenza, ma al sicuro in essa: il Dolore diventa casa, culla, e il mondo fuori qualcosa di troppo pesante, ancora più doloroso del Dolore stesso, che non si è in grado di affrontare.La sensazione ossessionante di non essere all’altezza del resto del mondo, induce a visualizzare come unica soluzione per non deludere sé stessi e gli altri, il restare al chiuso, al buio, immobili, soli.Il Dolore fa pensare cose sbagliate, ma non è una bugia: è reale, fisico, concreto, anche se invisibile.E i familiari? Le persone vicine a chi è “chiuso nel dolore”, come vivono questa sua condizione?L’avere una persona amata “murata in se stessa” genera a propria volta dolore.Cosa succede quando gli affetti vengono a bussare alla porta di questo “rifugio di angoscia”?Come far comunicare il mondo fuori con il mondo dentro, limitando la sofferenza per entrambe le parti?
Progetto
Lo spettacolo affronta il tema della depressione da due prospettive: quella di chi la vive in prima persona e quella di chi sta loro accanto. Ogni crisi depressiva è descritta come un piccolo morire, un’esperienza ciclica che non ha soluzioni definitive, ma con cui si impara a convivere. La depressione è difficile da spiegare, comprensibile solo per chi l’ha vissuta, e viene raccontata attraverso la metafora di Lazzaro, simbolo di chi è “chiuso” nel proprio dolore ma viene richiamato alla vita.
La figura di Lazzaro, che si trova in bilico tra la vita e la morte, rappresenta la condizione interiore di chi è depresso: un’esistenza sospesa, in un corpo che pulsa ma si sente morto. L’invito a “alzarsi e camminare” può sembrare, per chi è in quella condizione, più una condanna che una salvezza.
Lo spettacolo non è un racconto religioso, ma utilizza la tradizione cristiana come immaginario per rendere comprensibile l’isolamento del dolore. Come nel monologo precedente dell’autrice (“Mi manca Van Gogh”), anche qui si alternano momenti di leggerezza a riflessioni più profonde, per avvicinare il pubblico a un tema difficile in modo accessibile e umano.
Chi è Francesca Astrei?
Francesca Astrei, nata a Roma nel 1995, si diploma nel 2018 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Il debutto sul palco è con Paolo Rossi in “Il Re Anarchico e i Fuorilegge di Versailles”. Parallelamente incontra Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza con cui collabora al Carcere di Volterra per lo spettacolo “Naturae - La Valle dell’Innocenza”. Nel 2020 debutta al Napoli Teatro Festival con “Vaudeville! Atti unici da Eugène Labiche”, diretto da Roberto Rustioni, e interpreta Ofelia nel cortometraggio “Hamletmaschine”, diretto da Tommaso Capodanno. Con brevi monologhi, da lei scritti e diretti, prende parte a “Metamorfosi Cabaret”, appuntamento di teatro online del Teatro di Roma diretto da Giorgio Barberio Corsetti, che nello stesso anno la dirige ne “La Metamorfosi” di Kafka. All’interno di Short Theatre 2021, è interprete del monologo “Et cetera Et cetera” di Mariana Ferreira, regia di Andrea Dante Benazzo. Nel 2021 inizia la collaborazione con la Compagnia Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, diretta da Roberto Gandini, con cui conduce laboratori teatrali nelle scuole e realizza spettacoli di teatro per l’infanzia. Nel 2023 debutta “Il Cavaliere Inesistente” di I. Calvino, regia di Tommaso Capodanno, per il quale riceve la candidatura come Miglior Attrice Emergente al Premio Le Maschere del Teatro 2024.Nel 2024 prende parte a “Relazioni pericolose”, regia di Giuseppe Argirò, e a “DejaVu”, progetto di Alessandro Businaro. Ad aprile 2022 debutta “Mi manca Van Gogh” al teatro Fortezza Est di Roma.