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A Parma un nuovo festival della generazione 20/30: Canile Drammatico

9/6/24
di:
Sabrina Fasanella

A Parma, dal 17 al 19 maggio, è andata in scena la prima edizione di Canile Drammatico, un appuntamento dedicato alle nuove generazioni di artisti, promosso e organizzato dalla Fondazione Federico Cornoni ETS. Una tre giorni di spettacoli, incontri e laboratori animati da giovani attori, attrici e operatori, nell’ottica dello scambio di buone pratiche, energie e stimoli artistici.

Foto Marcella Foccardi

«Ogni inizio contiene una magia che ci protegge e a vivere ci aiuta». Queste parole di Herman Hesse accompagnano la nascita della Fondazione Federico Cornoni e descrivono l’energia del festival, che ha visto a metà maggio la sua prima edizione. Immergersi nel flusso energetico di un festival teatrale è sempre un’esperienza trascinante, ma assistere alla nascita di una nuova realtà così sentita, vivace e urgente è un’occasione inedita e particolarmente toccante. Canile Drammatico è una festa prima che un festival, un festival per farsi festa, dare respiro a una generazione che si sente abbandonata da un sistema teatrale di difficile accesso.

Freschi di studi condivisi, le ragazze e i ragazzi protagonisti della tre giorni parmense sono tutti/e artisti/e tra i venti e i trent’anni, con percorsi articolati e vivaci alle spalle e altri in cantiere. Ma a unire questa generazione di artisti e artiste è un legame profondo, vitale e indispensabile per navigare nelle acque incostanti delle scene teatrali italiane: questi artisti e artiste sono amici. Raccontare il valore dell’amicizia in questo contesto è difficile, poiché si rischia di evocare sinonimi di scambio, opportunismo o favoritismo, oppure di romanticizzare in modo melenso quel legame di solidarietà e mutuo soccorso.

A Parma, per questa prima edizione di Canile Drammatico, si è ritrovato chi ha condiviso un percorso di studi, tentativi e scoperte artistiche, decidendo di restituire, fare di una ferita insanabile una fonte di energia vitale per gli altri. Così, la Fondazione Federico Cornoni, nata a gennaio 2024 in memoria del giovane attore scomparso, ha pensato di creare un luogo condiviso e protetto, un “canile” che accolga, si prenda cura, ascolti e restituisca, sempre con ironia, senza retorica o sentimentalismi.

Foto Marcella Foccardi

L’attuazione e la condivisione di buone pratiche sono uno dei punti cardine del festival e passano dalla pratica di palco alla formazione, in un continuo scambio di posizioni e sguardi. La prima edizione si è sviluppata attorno all’idea di incontro e innesco, con la prospettiva di allargarne il raggio nelle future edizioni. È Rita Di Leo, attrice, drammaturga e regista, nonché direttrice artistica della Fondazione Cornoni, a moderare il primo appuntamento del festival, dedicato alla dramaturg Linda Dalisi. Ritorna la parola chiave: la magia dell’incontro, coniugata nella Dramagia, che dà il titolo al volume di Dalisi dedicato al suo lavoro su Edward Albee.

Nelle due sale del Teatro al Parco vanno in scena gli spettacoli della rassegna, ma il festival si espande in vari luoghi cardine per il teatro della città, come il Teatro Due e Europa Teatri, che ha aperto i propri spazi al laboratorio di critica teatrale curato da Stratagemmi. Gli spettacoli dei primi due giorni hanno in comune una forte tensione verso il presente, con attenzione alla scrittura drammaturgica e al lavoro collettivo.

Biancaneve e i Sette Nazi è uno degli spettacoli presentati dal collettivo FanniBanni’s, orientato alle sperimentazioni tra scrittura e corpo performativo. In scena, i protagonisti propongono una festa di compleanno tragica che riattraversa la narrazione della fiaba di Biancaneve, smontando gli stereotipi legati ai ruoli di genere e all’eredità di narrazioni travisate.

Contrappasso. Trilogia della porta, scritto e diretto da Rita Di Leo, riflette sulla pena carceraria in risposta alle proteste in Italia lo scorso anno. Tre figure genitoriali tentano un dialogo con i propri figli attraverso monologhi involontari, ma il terzo, un comune guardiano carcerario, cerca un vero confronto alla pari, aprendo la strada a una contaminazione di sguardi tra generazioni distanti.

Il festival si conclude con Kalergi! Il complotto dei complotti, primo progetto della compagnia Firmamento Collettivo, che gioca su diversi piani di narrazione e attualizza la teoria complottista associata al conte Kalergi. La scrittura ribalta continuamente il punto di vista, lasciando emergere un prisma tematico ed emotivo: Kalergi! racconta le fragilità e gli interessi dietro ogni teoria del complotto e la difficoltà di mantenere la distanza tra realtà e rappresentazione.