GAZZETTA DI PARMA

«Biancaneve e i sette nazi» in ricordo di Federico Cornoni

20/5/24
di:
Valeria Ottolenghi
Teatro Il primo spettacolo della rassegna Canile Drammatico

«Per Federico Cornoni. Tanto pubblico al Teatro al Parco per il primo spettacolo della fitta rassegna - cinque spettacoli in tre giorni - Canile Drammatico, un’atmosfera speciale di attesa, voglia di contatto, tanti spettatori che si conoscevano tra loro, molti saluti. E si è avvertito diffuso il desiderio di ridere con “Biancaneve e i sette nazi”, progetto di FanniBanni’s, regia e drammaturgia di Nicoletta Nobile, primo spettacolo in calendario di questo Festival per le nuove generazioni voluto dalla Fondazione Cornoni, nata per ricordare Federico, giovane attore che aveva saputo prepararsi con tenacia, morto sulla soglia di vedere realizzate diverse sue mete. Come attore: di teatro, di cinema.

Bella e davvero commovente l’idea di cercare una sorta di continuità tra quei sogni stroncati e altri di nuovi attori e gruppi che stanno mettendosi alla prova in spettacoli dalle poetiche diverse, anche ardue e sorprendenti. Come per questo gioco dell’assurdo che prende ispirazione da una delle fiabe più amate, da cui si passa in fretta la versione di Walt Disney, e le citazioni sparse - la mela, lo specchio, il fischio/canzoncina dei nanetti - arriva al divertimento grottesco, sempre un po’ folle. Interpreti di questa stravagante “Biancaneve” sono Gabriele Anzaldi, Simone Baroni, Giorgia Iolanda Barsotti e Giorgia Favoti, tutti molto bravi tra forme e caratteri fuori misura, per la protagonista, i tic della strega, il racconto della sua morte (della matrigna infine il cuore conquistato).

Si ride volentieri, un modo anche per sentire insieme le emozioni del teatro, che però alla fine sono di profondo turbamento, quando, con gli applausi, ritorna il ricordo di Federico Cornoni. Tanti palloncini a terra. E’ il compleanno di Biancaneve. E’ elegante la regia, regna quasi come non solo. E’ proprio così? Rocco e Gabri, due ragazzi di buona statura, rappresentano i sette nani, costretti a sedersi su piccole seggioline. Battibecchi tra le due presenze femminili, come da interno familiare. Tra passaggi metateatrali, analisi interna della situazione, relazioni con il pubblico.

Si elencano le tante versioni della fiaba. Possibile che ci sia anche “Biancaneve sotto i nani”? Buona la torta? C’è il rischio che sia avvelenata? Alla festeggiata viene donato uno specchio a forma di sfera, che però non è del tutto rassicurante. C’è ancora un quasi alla meta. Sono rosse di sangue le mani di Rocco e Gabri. Questo il vero regalo?

“Biancaneve e i sette nazi” - Premio Scenario 2021, produzione Artisti Drama - è stato applaudito a lungo con quel miscuglio di stati d’animo, per il piacere di stare insieme a teatro, per il ricordo commosso.»